Durante l’ultimo viaggio in Kenya, ad Eshu il nostro villaggio adottato, siamo state a visitare l’ambulatorio. Cioè i muri che definivano l’ ambulatorio, perchè all’interno non c’era quasi niente.. nemmeno l’acqua corrente. Così abbiamo pensato di dare una mano e come da nostra abitudine, abbiamo chiesto cosa sarebbe stato utile ricevere.
Il dottore ha redatto una lista scritta a mano, le prime righe ci hanno fatto commuovere:

1 tavolo, 3 sedie, una panca, 4 termometri e un lettino per visitare.. una bilancia per pesare i neonati, e poi la lista delle medicine importanti. Ci siamo messe all’opera e siamo riusciti a portare ad Eshu, tutto ciò che era stato chiesto e abbiamo anche raddoppiato le quantità.
Abbiamo procurato: Barelle, palloni ambu, stetoscopi, misuratori di pressione, saturimetro, strumenti che ci sono stati donati dal dott. Mollea e dai suoi colleghi, vitamine, camici, medicamenti di tutti tipi. Siamo arrivate dopo un percorso polveroso, con i fuoristrada stracarichi e abbiamo scaricato tutto sotto un albero.
Il dottore Alì è uscito dal dispensario, mentre una folla colorata e attenta, osservava..
Abbiamo spacchettato alcune cose, montato il lettino per le visite, e il dottore sempre lì, con gli occhi sgranati, fermo, impassibile. Sembrava quasi indifferente. Poi gli ho stretto la mano e ho avvertito un tremito. L’emozione si è trasmessa a me attraverso la sua stretta.
Secondo il nostro metodo, a distanza, lo abbiamo invitato a compilare la lista delle necessità, forse non credeva possibile che tutto ciò che aveva chiesto, compresi tavolo, sedie, termometri , sarebbero arrivati sul suo prato.
Siamo felici come lui.